
Apprezziamo quando siamo felici perché stiamo bene. Apprezziamo quando soffriamo perché cresciamo. Comunque sia sempre si naviga. Claudia Piscitelli

Le docce, le docce, è l’ora delle docce! Ma dai, esci, non di solo lavoro si vive. Il sole e la primavera pretendono la sua presenza ma il richiamo produttivo è forte, la gente è in fila. Dai, un ultimo sorriso alla forma e torniamo alla sostanza. Odio il coitus interruptus. Elia Emiliano

“Vedi Maurè’” “Che devo vedere?” “Te l’avevo detto io, anche oggi restiamo a terra. Quelle due non hanno nessuna intenzione di alzarsi dal bar. Non era meglio quando si era ragazzetti, io e te. Si andava per mare co du pezzi de legno, si pescava, si parlava del futuro. A saperlo che quel futuro sarebbe stato questo”. “Valè, tu sei smepre stato malinconico, pija sta corda, fischia alle ragazze e partimo”. Cinzia Carbonara

La domenica andando alla messa, accompagnata dai miei amatori, mi sorpresero i miei genitori, monachella mi fecero andar. Oh si si oh no no. Viola Serra

Inverno di non ricordo più quale anno. Vabbè, io un po’ lontano dagli altri, ma a noi qui c’hanno piantato e ormai qui ci cresciamo. Ma quei tre? Dio, darei la metà dei miei rami per quelle gambe. Andrea Valori

Verso una vita… attraversando l’immensità del mare. Lucia Rosaria Romano

7 uomini senza sorriso. 7 madri senza notizie. 7 donne senza amore. 7 artiglieri senza obiettivo. 7 vite salvate tra le macerie del terremoto di Messina del 190… 8 Andrea Saraceni

La felicità. Una domenica mattina del ’52, con due fratelli, il cappotto buono dei giorni di festa. Con il sorriso aperto e dolce come solo quello di una donna. Emanuela Romiti

Alla carissima zia in segno di devoto affetto, il nipote Giuseppe. In verità questa foto era per Giorgio ma si vedono troppo gli occhi strabici. Glielo avevo detto al fotografo di stare attento. Carissima zia, perdonami Bianca Dotti

Siamo in guerra, ma quando vivi le cose dall’interno capisci che anche la guerra è fatta di ore, momenti, umani, risate e quotidianità. Non ho una donna che mi aspetta a casa, per questo ho inventato di averne una, si chiama Lisa. E’ bellissima, tutte le donne immaginarie sono perfette e bellissime. Mai come ora capisco che la vita non è perfetta ma è bella, tanto bella, come la mia Lisa. Adoro sorridere alla vita, comunque, ancora e sempre. E famosela ‘na risata! Eleonora Caforio

Un ragazzo si sente di essere grande solo quando gli fanno indossare una giacca e metter mano al portafoglio. Maria Cristina Mencacci

Mi chiamo Dino Armandino. Indovinate quale sono? Un papà felice per la nascita del suo secondo figlio maschio. Un bambino geloso del suo fratellino. Un piccolo appena nato Non importa… quello che conta veramente è è la forza che ci da la notra donna con un semplice sorriso. Valentina Scarabaggio

Due fratelli. Due strade diverse. Un giorno l’incontro e lo stare di nuovo insieme. Kate Sovani

Pensavo piovesse, invece c’è stato il sole tutto il giorno. Ho usato i miei pantaloni come cappello! Speravo venissi con me. Carolina Nanzanzieno

"Sono il primo a destra, il più basso. Quello fu l'unico anno lontano da tua nonna". Guardava ancora la foto ma vedeva altro. "Mi manca, sai?" ha detto mettendo la foto nel cassetto. Quale dolore deve essere sentire la mancanza anche quando non c'è neppure il ricordo. Ha salutato ed è uscito. Al ritorno ha cominciato a parlare di Antonio il portiere. Lei non c'era più o forse non c'era più lui. Tomas Cipriani

Non posso dirglielo, non voglio spegnere quei sorrisi, non dovrei farlo io, non dovrebbe farlo nessuno. E’ giusto? Forse no, ma come sempre si finisce per fare la cosa più facile, non quella giusta. Se la cosa più facile è anche quella meno dolorosa sono fiera di sbagliare. Che possano ridere per sempre, almeno fino all’ora di cena. Marco Di Giandomenico

In attesa. Mi ricordo chi ero. Correvo. Le tue note mi hanno cambiato. Aspetto. Le tue dita. La mia certezza. Manchi, ma il sole è qui. Michele Rutigliano

Sono Antonio Suraci. Da ragazzino non sapevo cosa volevo fare da grande. Quando mio padre me lo chiedeva non sapevo rispondere. Lui faceva l’operaio. Io non volevo essere come lui che tornava a casa sempre amareggiato. A dire il vero sapevo che da grande avrei voluto fare un sacco di cose belle ma non avevo il coraggio di dirlo a mio padre, avevo paura non capisse. Oggi indosso la divisa dell’Aviatore. Michele Gifuni