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Roberto Mandracchia

Roberto Mandracchia

Amici da una vita, ma che sia stradannato se ricordo più perché. E tu? Ohi, e tu? Roberto Mandracchia, scrittore

Giordano Meacci

Giordano Meacci

... forse quello che si sta avvicinando... mi sorride... no, va via... Ma è mai possibile?!... Questo, ecco... Questo sì. Se n’è reso conto... ... Sta venendo verso di me... ... no... anche lui... se n’è andato anche lui... ... ... ma come fanno a non accorgersene?... Nessuno... nessuno, in un’ora e mezza... Nessuno che mi si sia avvicinato dicendomi “Ma lo sai che sei uguale uguale a Liz Taylor?” Giordano Meacci, scrittore e sceneggiatore

Maris Croatto

Maris Croatto

Nipote: Nonna, hai avuto paura? Nonna: Sì tanta, mio caro nipote. Nipote (bambina): Nonno, hai avuto paura? Nonno: No mia cara nipotina. Nipote: La nonna dice di aver avuto paura però. Nonno: Io non potevo, non dovevo o adesso non sarei qui, mano nella mano, passeggiando con voi. Nipote: E adesso hai paura? Nonno: Sì tanta, mia cara nipote. Maris Croatto

Bentrip

Bentrip

La mia consuocera in disparte, come sempre. Ancora bella! Colta! E antifranchista, come tutte noi a passeggio. Ma lei nel suo dolcissimo e fragile universo: chic, moderno, individualista. Io no! Mai! Mai ci riuscirei! Devo toccarvi, e voi cingete le mie braccia. Senno a che sarebbe mai servito il mio taciuto passato? Loro tre non lo sanno: mi chiamavano... La Miliziana! Bentrip, docente, pittore, cantautore

Maurizio Carucci

Maurizio Carucci

Sono qui da una settimana e già sogno l'odore dei tuoi vestiti che sanno di legna e di pelle, la tua, e i larici e gli abeti e le nostre cene i nostri vini. Mi manca la semplicità del nostro vivere lento, concreto, faticoso. Non mi avrete più dentro ai vostri disegni che non mi parlano. Vi saluto. Non ci salgo su quel battello. Maurizio Carucci, contadino, camminatore, cantautore.

Matteo Caccia

Matteo Caccia

Quel giorno mamma era felice e noi non c’eravamo abituati. Papà ci aveva portato a pranzo al circolo dove si trovava con altri gentiluomini. Era la prima domenica di maggio e di lì a poco avremmo scoperto sulla nostra pelle che quello era il mese dei suicidi, perché la sua bellezza mette in luce le nostre miserie. Questa fu la prima foto che scattai a mia madre, fu anche l’ultima. Matteo Caccia, autore e conduttore radiofonico

Gianluca De Rubertis

Gianluca De Rubertis

Io non volevo farla questa foto, non che mi faccia alcuna differenza. L'ingegnere e il capomastro li vedete alla mia destra, sono tipi allegri e durante le pause pranzo si rifocillano in preda ad appetiti che trovo incomprensibili. Io vedo i cibi, le risate, le pance, gli scherzi, li vedo mentre sono e già svaniscono, come vedo i tramonti perdersi dolcissimi, sconfinati e dolorosi in fondo alle strade degli uomini. Così è, noi costruiamo strade che si tuffano nei tramonti. Gianluca De Rubertis

Francesca, Edoardo e Giulio

Francesca, Edoardo e Giulio

Uffa, io non ci volevo venire a fare le foto! Io odio quando veniamo a fare le foto: Giovanni fa sempre lo stupido e mamma gioca solo con lui. Speriamo che almeno dopo ci porti a prendere il gelato... sono indeciso se prendere il cioccolato o il pistacchio. Francesca De Salvia, mamma blogger. Edoardo e Giulio, figli.

Massimo Cirri

Massimo Cirri

Siamo venuti al mare, siamo partiti presto. Abbiamo il costume nuovo, ultima moda. Con quello che sono costati. Ma non va. Litighiamo continuamente. Screzi, tutta questa infelicità, addossarsi le colpe. Poi urla e insulti. Adesso bisogna fare la foto ricordo. Allora proviamo a sorridere. Ma si vede tutto. Massimo Cirri, conduttore radiofonico

Emanuela Lancianese

Emanuela Lancianese

‘mbé? Che non lo sapete che i bambini si trovano sotto ai cavoli? Io uguale, solo che, invece di un cavolo, nel giardino oh, che vi devo dire, c’erano le piante di ulivo cadute per il temporale! Pioveva tanto, l’uccello ha aperto il becco e mi sono ritrovata in mezzo alle piante schiantate, e lei, porella, uno spavento, ‘na vergogna. Sta di fatto che io e lei, nossignore, non ci conoscevamo. Emanuela Lancianese, mamma di Greta

Vinicio Capossela

Vinicio Capossela

“Matrimoni per procura. Entrambi stanno aspettando di incontrare per la prima volta le rispettive spose che scenderanno dallo stesso tram." Vinicio Capossela, cantautore

Filippo De Lisa

Filippo De Lisa

Finché campo non mi potrò giammai scordare la sua torta di mele. Carmela faceva una torta di mele che se un infelice si fosse buttato dal terzo piano e ci fosse atterrato sopra, ci si sarebbe adagiato sano e salvo tanto era morbida, e senza fare i complimenti ne avrebbe assaggiata pure una fetta, quel mascalzone. Fu quella la mattina in cui ella morì. Che profumo che aveva, quella torta di mele di Carmela. Filippo Dr.Panico

Dente

Dente

AVVENENTE AVVENIRE AVVENUTO Domenica pomeriggio. A lungo conservata. Dietro a un battito di ciglia. Dente, cantautore

Francesco Ciavaglioli

Francesco Ciavaglioli

Il dottore è arrivato a cavallo, dice che se continua così ci portano da mangiare con l'elicottero. Mia madre sembra preoccupata ma poi la vedo che sorride tra le persiane della cucina. Adesso non si scherza: siamo alle semifnali. Con la nostra tecnica a sdraio stiamo dando le scorze a tutti, e venisse giù anche la montagna 'sta gara è nostra. Corri, nevica! Francesco Ciavaglioli, artista visivo

Giorgio Poi

Giorgio Poi

Sto fumando troppo, sento le gambe molli. Che poi neanche volevo venire, però ci sono i pasticcini di Rizzoni. Giorgio Poi, cantautore

Luca Longobardi

Luca Longobardi

E cerchi e fiori, abbracci e lane, righe, triangoli bianchi e finti balconi. Ed io dietro, timido e stropicciato. Un po' in alto, come se fossi foglie. Luca Longobardi, pianista e compositore

Iosonouncane

Iosonouncane

Già donna. Iosonouncane, cantautore

Andrea Bozzo

Andrea Bozzo

«Conosco un posto dove ci sono le ragazze nude che fanno il bagno nel fiume», mi ha detto Nino. Qui invece c'è solo polvere, topi e un caldo del demonio. Nino lo fa lui il bagno nel fiume. Andrea Bozzo, graphic designer, illustratore, commodoro, grand'ammiraglio

Riccardo Festa

Riccardo Festa

Come un’attrice. Sorridere e guardare il mare. Anche quando la carta della foto farà come una crepa nel muro. E le rughe attorno agli occhi anche loro, come una crepa, e le braccia rotonde nella sabbia come colonne, sorridere e guardare il mare, i denti come la schiuma dell’onda, a dire che si può star bene, che basta poco. Un’attrice. Anche se il mare non si vede e allora chissà poi se davvero. Riccardo Festa, attore e regista

Matteo Casilli

Matteo Casilli

"Se potessi sarei già venuto a trovarti ma per vari motivi non posso. Non so come dirtelo ma vorrei liberarmi da questo peso". Matteo Casilli, fotografo

Maria Rita Di Bari

Maria Rita Di Bari

Più corti – ho detto a Cleonice mentre me li tagliava – più corti e la finiamo con le retine, i rolli, le forcine e le ruote. Cleonice ha risposto: - sconveniente - . Ho vissuto nell’assillo che fossero sconvenienti tutte le cose che l’istinto mi suggeriva. Ora che tutto è diventato grigio e rarefatto e i miei nipoti s’incantano sulla mia immagine giovane, penso a Cleonice e al suo ermetismo caro. Maria Rita Di Bari, autrice

Francesco Lettieri

Francesco Lettieri

“Ciao caro, bentornato. Ti ricordi di me? Ti ricordi di tutti gli altri? Certo che ti ricordi. Noi abbiamo appena finito di mangiare ma siediti con noi che ti faccio portare subito qualcosa.” Francesco Lettieri, regista

Erri De Luca

Erri De Luca

Una croce spogliata del crocefisso: già, lo hanno deposto. Poi è risorto. Ha preso forma diversa, non lo hanno riconosciuto quelli che camminarono con lui sulla via per Emmaus. Qui sta in posa accanto alla riproduzione del suo patibolo. Ha con se' un apparecchio fotografico a pellicola. In Emmaus lo riconobbero da come spezzò il pane. Qui forse lo si può riconoscere dal sorriso. Pare che continui a frequentare il suolo, ma solo all'aperto. Erri De Luca, giornalista, scrittore, poeta

Davide Toffolo

Davide Toffolo

Troppo piccolo per ricordarmi niente di quel momento. Ma la memoria è anche un metodo di ricostruzione della stessa. Fatto di indizi, di racconti di altri che diventano tuoi, di mitologia familiare che si solidifica e diventa un tuo ricordo personale. Sotto gli occhi increduli di mia nonna, mio nonno e mia madre. L'attimo prima di mostrare al mondo quello che ero e sarei diventato. La prima volta che diventai invisibile. Davide Toffolo, Tre Allegri Ragazzi Morti

Caterina Tabasso

Caterina Tabasso

Lea dice sempre che sono la sorella bella, e da quando ha comprato la macchina fotografica mi mette in tutte le pose che vuole lei. Fammi la Nike di Samotracia! Oh Lè, ma quella è senza braccia… E immaginatele, fa lei. E tira dentro la pancia, e stai ferma. A me fa male il braccio, ma non glielo dico. E’ contenta da quando ha deciso di diventare fotografa, e finalmente si è dimenticata di quel cretino di Aldo. Caterina Tabasso, psicoanalista fumettista

Noemi Gentiluomo

Noemi Gentiluomo

Vivido nella mia mente è il ricordo dell’ultima volta che ti incontrai. Nella penombra di quel caffè ho visto i tuoi occhi scintillare come gemme; mai più li avrei rivisti… se solo avessi saputo. Noemi Gentiluomo, fotografa

Chef Rubio

Chef Rubio

“Non fissatemi così, dite qualcosa. Oddio comincio a non sentirmi le mani. Chi è? Sandra. Ma non sei morta? Ah no? Si, carezzami la fronte che non mi sento tanto bene. Piano. Hey guarda quella nuvola. La vedi? Si. Ecco. Non ti sembra quello che si è suicidato, il filosofo. Ah, Socrate si brava. Lo vedi? Non mi sento bene. Riposo un attimo gli occhi. Amaro quell'infuso cazzo. Allora io chiudo gli occhi eh? Ma solo un attimo. Tu però continua carezzarmi la fronte”. Gabriele Rubini, chef

Angelo Trabace

Angelo Trabace

Nella foto stavamo guardando gli sposi che erano appena usciti dalla Chiesa. Io portavo i baffi per la prima volta, ma a Giulia, la ragazza che sorrideva al mio fianco, non piacevano. Quel giorno bevemmo così tanto che ad un certo punto lei provò a tagliarmeli con un coltello da cucina. Mi sporcò l’abito di sangue e trascorsi tutto il pranzo con le dita sotto il naso mentre lei rideva, ubriaca. Angelo Trabace, pianista

Chiara Gamberale

Chiara Gamberale

Siamo giovani, quindi bellissimi. Siamo bellissimi e andiamo incontro. Non facciamo altro. Andiamo. Incontro. Alle ragazze con gli occhi grandi che ci aspettano al porto e che, giurano, ci aspetteranno anche quando la nave diventerà un puntino minuscolo nel mare e poi sparirà nel chissà dove. Al mare. Alle preghiere degli altri. Agli altri, a tutti gli altri. Al chissà dove. Chiara Gamberale, scrittrice

Alessandro Fullin

Alessandro Fullin

Mentre posavo per questa foto lui mi era accanto. Il mio bersagliere. Lo avevo incontrato in stazione e lui mi aveva chiesto se gli potevo pagare la colazione. Abbiamo passeggiato al Valentino e poi gli ho offerto il pranzo all'Esperia. Quando ci siamo lasciati mi ha dato un bacio ma solo sulla guancia. Non è importante quello che si fa: l'importante è quello che si racconta poi alle amiche. Alessandro Fullin, scrittore e attore

Cristiano Godano

Cristiano Godano

Questa è la foto dei nonni, quell'estate in Val Brembana. Immortala l'attimo prima che nonno Andrea spostasse malamente il piede facendo cadere entrambi in acqua. Lui batté la testa e rimase privo di sensi per minuti, sembrarono eterni. L'acqua rese trasparenti i loro vestiti, dalle tasche posteriori si vide un bigliettino fradicio e macchiato di blu: l'inchiostro con cui si era segnato il famoso indirizzo, che si dissolse e scomparve. Cristiano Godano, Marlene Kuntz

Calcutta

Calcutta

Una promessa fatta da piccoli. Si può dimenticare. Calcutta, cantautore

Fernando Masullo

Fernando Masullo

“..LONTANA UN SOLO SGUARDO DAL FIUME IN PIENA CHE TRAVOLGE I PENSIERI E TOGLIE IL RESPIRO..” Fernando Masullo, giornalista

Carlo Ruggiero

Carlo Ruggiero

Che caldo. E che male, porcocane. Maledetto piede pazzo. Dai, manca poco. Un altro passo, uno dopo l'altro. Non c'è fretta. No che non c'è fretta, ormai. Se non partivo soldato, magari oggi Virginia me la sposavo io. E magari quella scheggia di shrapnel se la prendeva lui. Ah, eccolo il campanile, finalmente. La chiesa. Madonna quant'è bella vestita bianco. Dai, un ultimo sforzo. Dai. Ecco, ci siamo quasi. Carlo Ruggiero, giornalista videomaker

Roberto Saviano

Roberto Saviano

Camicie nere, ma non fino in fondo. Sorrisi di noia più che d'allegria, donne tutte vicine divertite che le hanno permesso di star in foto. Coperte da giacche maschili ridono. Uomini tutti complici. Non fa caldo ma non fa freddo. C’è la luce della Romagna o forse è Lucania o Abruzzo. Volti bruciati dal sole e sigarette penzolanti dalle labbra. L’Italia è tutta in quel fiasco sul tavolo. Tutta in quel fiasco. Roberto Saviano, scrittore

Francesco Fiore

Francesco Fiore

Da quella foto scattata per caso in cui non riuscivo ad abbracciarti per l'emozione di avere una creatura splendida al mio fianco è nato un amore fugace. Oggi i tuoi occhi, le tue labbra, il tuo corpo sono ricordi di un amore impossibile, di un cappio al collo per tenerti a me a cui ho rinunciato, ho preferito la libertà, l'avventura, il vento, il sale, lo sguardo al di la del mare. Perdonami. Francesco Fiore, Med Free Orkestra

Andrea Corbo

Andrea Corbo

Confesso. Ho sempre detestato farmi ritrarre con la tecnica fotografica. Forse sarà per l’apparente imprevedibilità del momento dello scatto o forse - più banalmente - per il fatto di dover costringere lo sguardo in quell’indefinito spazio a filo macchina. Quel che so è che non riesco a nascondere quella sottile ansia che mi accompagna in ogni fotografia che conservo. Andrea Corbo, autore e conduttore radiofonico

Paolo Fresu

Paolo Fresu

Ecco, non era il momento. Tutto qui. Quella mattina volevo stare in giardino, a giocare con la mia bambola. E invece la mamma mi costrinse a raggiungere gli amici di papà nel parco, in una calda domenica di agosto. Fu lei a mettermi in posa, a intimarmi di stare davanti a papà e di impegnarmi a essere contenta. Una Leica che sembrava rubare il mio sguardo e il mio tempo, in una calda domenica di agosto. Paolo Fresu, musicista

Simona Pampallona

Simona Pampallona

Questa fu la prima prova di stampa. Chiesi al fotografo se la volesse più contrastata, se andava bene così. Mi chiese di schiarirla il più possibile. Allora la ristampai, e feci la spuntinatura. Solo allora notai che mancava un'ombra, quella del bimbo con la faccia triste. Forse, come Peter Pan, se l'era persa. Allora, con la mano sull'otturatore, riuscii a ricucirgliela, e mi sembrò di vedere incresparsi l'angolo della sua bocca. Ma forse c'era anche prima. Simona Pampallona, fotografa

Aldo Nove

Aldo Nove

La festa della manutenzione della virilità è un piccolo evento collettivo che val ben la pena di essere immortalato. Prodi e profumati frammenti d'umanità che si rifà lustro, rimette in asse la quotidianità. Aldo Nove, scrittore

Caterina Venturini

Caterina Venturini

Sono vestita di nero come la pecora, in posa tra mia sorella e suo marito. L’uomo che fuma dietro di noi è il mio amante. Tutti sposati in questa foto tranne me. E mio figlio di sei anni che gioca lì vicino e non sa che suo padre gli fuma accanto. Mia sorella mi ha portato in questa città estranea appena si è sposata. Pensava di assicurarmi un futuro migliore. Il futuro è un giorno in cui li lascerò tutti e tornerò con il piccolo da dove sono venuta. Caterina Venturini, scrittrice

Sara Lorenzini

Sara Lorenzini

Non si amavano quei due. Non ci aveva creduto nemmeno il fotografo. Bastava guardare quel sorriso da imbecille per sapere la verità. Ma quando tutto doveva ancora accadere, lui l'aveva già baciata. Oggi lo sa anche lei, che ha i capelli bianchi e la pelle seccata dal tempo. È stato il primo torto che le ha fatto la vita. Guarda quell'immagine così consumata, così giovane di sè e sussurra ancora: "Stupida io, che mi ero messa pure quelle scarpe strette". Sara Lorenzini, scrittrice

Colapesce

Colapesce

Per i miei nipoti Franco e Nicola: il secondo giorno più bello della mia vita, Lido di Noto con vostra nonna Lucia, la foto è sua, io tenevo a bada con gli occhi vostra madre. I sacrifici, i nipoti, le rughe, la sua scomparsa, i miei acciacchi erano soltanto un futuro inimmaginabile.  Vi starete chiedendo qual è stato il giorno più bello della mia vita? Questo. Colapesce, cantautore

Francesca Iacono

Francesca Iacono

Mia cugina dal continente non era mai nulla di quello che uno pensava di lei. Manco eravamo per davvero cugine, pensa. E manco era continentale, ché l'aveva battezzata don Efisio qui in paese. Veniva tutte le estati da Milano. Era la più audace, la più rumorosa, quella che nuotava più al largo e ballava più a lungo. Tutte la immaginavamo già al cinema. È finita al convento. Carmelitana. Scalza. Francesca Iacono, studentessa

Martina Toti

Martina Toti

Avrò il tuo stesso pallore. La pelle sottile. I capelli dritti a cui nostra madre dedicherà per anni lo stesso identico taglio affilato. Il mio capo chino aspetta ancora la tua carezza. Tu, sorella mia, sorridi e guardi avanti nell'ultimo ricordo che ci tiene assieme. Martina Toti, giornalista

Irene Chias

Irene Chias

Com’eravamo audaci nel decidere di rassomigliarci, nel fingerci coppia dichiarando però – a chi avesse voluto capirlo – come stavano le cose, o almeno come non stavano. Lanciavamo messaggi in codice. Ma alla fine, e questa forse fu la nostra salvezza, nessuno ha mai voluto capire niente. Nessuno ha mai voluto scalfire la superficie. E la storia ci ha regalato l’apparenza di un’esistenza regolare. Irene Chias, scrittrice

Simonetta Spissu

Simonetta Spissu

Questo è tutto quello che si vedrà di noi. Le tue dita sulla mia spalla, io in posa da femmina. Nessuno sentirà mai le parole che mi hai avvitato nel timpano durante lo scatto. - Sei bello con questa maglietta da scolaretto. Sarà, ma io avrei voluto allentarti la cravatta. Invece non sono riuscito neppure a stringerti la mano. E questo, è tutto ciò che si vedrà di noi. Simonetta Spissu, scrittrice e blogger

Giorgio Nerone

Giorgio Nerone

La guerra non era ancora cosa per noi ma potevi respirarla. Fui tra i primi a partire e tra gli ultimi a tornare. Elena non mi aspettò, due anni senza notizie sono abbastanza per prendersi un altro. Passai davanti casa sua appena tornato in paese, fiero e ritto sul carro, senza girare lo sguardo. Doveva vederlo quanto ero vivo. Giorgio Nerone, Sceneggiatore

Francesco Di Bella

Francesco Di Bella

Questa é mia sorella a Venezia. Io sarei nato solo qualche anno dopo. Lei é sempre stata il centro di tutto, con quella sua risata contagiosa e il suo modo di essere aperta alla vita, mi ha insegnato tanto ed è sempre stata la mia più grande alleata. Meravigliosa sorella mia, per fortuna, il tempo é sempre stato dalla nostra parte. Francesco Di Bella, cantante e musicista

Franco Arminio

Franco Arminio

Eravamo due fratelli, Pinuccio e Tonino. Io sono nella cappella di famiglia. Pinuccio è sulla sedia a rotelle. Franco Arminio, poeta paesologo

Francesco Abate

Francesco Abate

Eppure io mi ricordo che il mare era più blu. Di sicuro la sabbia era più candida. Il tuo profumo è rimasto lo stesso. Lieve. Chissà chi diventeremo, ci siamo chiesti. Quante gioie sapremo raccogliere e quanti dolori ci toccheranno in sorte. Eravamo un bambino e una ragazza. Siamo diventati una nonna e un uomo. In fondo ci è andata bene se ogni anno da allora ci incontriamo su questa spiaggia. Francesco Abate, scrittore

Maria Paola Colombo

Maria Paola Colombo

"Credevamo che la morte riguardasse solo le bestie: il maiale che il nonno scannava una volta all’anno, qualcuno dei nati di Micia rigido come un sasso, infondo alla stalla. Le formiche, certo, attaccate alle punte dei bastoni con cui rompevamo le loro file. Poi Zia Lea morì. Capimmo la morte come un colore: quello del vestito delle cugine. Capimmo la morte come una differenza." Maria Paola Colombo, scrittrice

Patrizia Sardo e Antonio Marras

Patrizia Sardo e Antonio Marras

Sono incinta. Non lo sa nessuno, non deve saperlo nessuno. Si vede? Si vede già? Nessuno deve minimamente neanche sospettarlo. Andare sposa ad un uomo del genere, un uomo di spicco, un Signore. Conosciuto, stimato, ossequiato. E io diventerò la Signora. Si rivolgeranno a me solo dandomi del Lei, magari anche del Voi . Te lo saresti mai immaginato? Signora qui ,Signora lì… Devo solo riuscire a nascondere la pancia che cresce...che cresce… Patrizia Sardo e Antonio Marras

Monica Nonno

Monica Nonno

“Tesoro, siamo qui, hai visto? Sorridi! Non devi avere più paura, dei colombi, della guerra, della solitudine. Ora cambierà tutto.” Mamma Lila e zia Edda a Venezia 7/7/46 Due maestre di Sinigallia, una vedova e l’altra zitella, posano nel sole, emozionate per l’avventura che si sono regalate per festeggiare la Repubblica Italiana, proclamata anche grazie ai loro voti di donne. Monica Nonno, Radio3Rai

Simona Caleo

Simona Caleo

"Era quello più d’ogni altra cosa, il calore del sole sulla pelle, finalmente scoperta, la luce che sbiancava tutto. L’estate dai nonni, in campagna, un lampo di felicità in un mondo arso e odoroso. Quando lui è morto ho cercato la cintura di cuoio nella rimessa e l’ho portata via con me. Mi ha seguito sempre, ovunque, non più reliquia di guerra, ma quieto elfo di pace." Simona Caleo, giornalista e fotografa

Viviana Leoni

Viviana Leoni

Mia nonna l’ho sempre vista così…un po’ di traverso. Non apparteneva a questo mondo lei, sempre un po’ in disparte, quasi a chiederci il permesso di quella sua presenza troppo ingombrante e penosa da gestire. Solo ora che sono adulto ho finalmente capito, ora che come lei, comincio anch’io a tirarmi un po’ indietro: quando si avvicina la fine, si vorrebbe solo non fare rumore. Viviana Leoni, attrice

Paolo Cognetti

Paolo Cognetti

Ero sempre da un'altra parte. Non che non vi volessi bene, ma ogni volta, nei nostri momenti felici, sentivo chiaramente che la felicità era incompleta, e che il mio posto doveva essere altrove. Quando poi me ne sono andato, lasciandovi, ho scoperto che non c'era nessun posto. Nessuna metà mancante di me stesso con cui ricongiungermi. Era l'altra, che voleva scomparire. Paolo Cognetti, scrittore

Flavio Soriga

Flavio Soriga

C’era la guerra e morivamo a migliaia per un metro di terra e ti pensavo con dolore e rimpianto; eri lontana ma lo sapevo, che tornavo da te e ti davo dei baci, tanti, ed è finita la guerra ma sono ancora lontano, ma poi torno, sì, e andremo alla spiaggia a giocare con Nora, e le darò un aquilone e saremo felici, davvero, presto, con Nora, l’aquilone, i tuoi baci e il mare. Flavio Soriga, scrittore vivente

Irene Dionisio

Irene Dionisio

“Quel mezzo sorriso l’avevo amato follemente fin da piccolo. Aveva un profilo gentile, gli occhi da donna prima dell’amore. Durante la cunta dei nostri mucciaré, in bizzarri nascondigli, tentavo con pudore di sfiorargli la mano che ora appoggia con grazia sul vestito da sposa di mia cugina. Da grande avrei fatto il fotografo gli dicevo, ma questo scatto non l’avevo previsto.” Irene Dionisio, regista e artista visiva

Paolo Di Paolo

Paolo Di Paolo

Ho sognato così tante volte un momento così, che mi sembra di dormire. E invece sono sveglio e sono già cresciuto dentro i sogni. La piccola minoranza senza baffi mi pare che sorride di più. Ma i migliori, i più seri, hanno tutti i baffi e pochi capelli. Allora aspetterò quel tanto che basta a diventare così. Come i grandi. Quanto manca? Io sono pronto. Paolo Di Paolo, scrittore

Carlo Virzì

Carlo Virzì

Ero contento perchè la scuola era dietro casa mia e ci potevo andare a piedi e per conto mio. Ero contento che in classe mia avrei trovato due dei miei amici di sempre cioè quelli dell’asilo. Ero contento che zia Bruna stava meglio e m’aveva fatto anche la crema come quando è il mio onomastico. Ero contento che andavo a scuola. Poi ci fu la guerra. Carlo Virzì, musicista, regista e sceneggiatore

Gianluca Vassallo

Gianluca Vassallo

Io, nel centro impreciso degli anni, le ciglia di latte increspate al mattino. I capelli su un lato, le guance a quadretti e un bacio di mio padre che trema la fronte. Mi sono spogliata alla guerra, fatta trapezio per resistere all’urto, per rinvenire in carne di stampa, ora ch’è pace fatta, agli occhi tuoi belli. Aperti sul mondo. Proprio adesso, che dormono i miei. Gianluca Vassallo, fotografo

Valerio Valentini

Valerio Valentini

Ricordo il sole in faccia, gli insetti che volavano intontiti dal caldo, ridiamo sdraiati su una coperta in mezzo al prato, tu che mi dici di alzarmi e mi scatti una foto, mi metto in posa dopo essermi pettinato con la mano, me ne scatti subito un’altra, scherzi quando mi dici che i miei pantaloncini sono troppo corti, e io, in quell'istante mi innamoro. Valerio Valentini, scrittore

Giorgio Cappozzo

Giorgio Cappozzo

Desidero dire che il biondino che scorrazzava sotto le finestre con l’auto di latta “che è più grande di un treno”, l’insopportabile gradasso, il padroncino del cortile, il figlio del dirigente che non saluta, il principino dai maglioncini colorati e dai capelli con la riga, ora che di anni ne ha più di sessanta è ancora il solito miserabile stronzo. Giorgio Cappozzo, autore

Giuseppe Catozzella

Giuseppe Catozzella

Ogni volta che la rivedo, a distanza di settimane, rimango sospeso per un lungo attimo: lei è diversa e uguale insieme. E allora soltanto la riconosco. Giuseppe Catozzella, scrittore

Pino Marino

Pino Marino

Il vento da Ovest tradisce il riporto, non teme l'affronto il suo opposto col cappello. Sono temporali, cadranno. Jolanda invece sorride in piazza con sette finestre aperte al primo piano. Alberga in lei la permanente certezza di averci presi dal bordo dei passanti, al sole fermato delle 12,15. La consapevolezza ha modi estremi, ora ride di noi dal centro di una ragionevole eternità. Pino Marino, cantautore

Nadia Terranova

Nadia Terranova

Siamo uguali, prendo un altro caffè, ma com'è che sei venuta uguale a me, ne prendi uno anche tu, non ho niente da dirti, sei tu che devi dirmi qualcosa, lo sento, eppure eri così diversa quando sei nata, lo chiami tu il cameriere, troppo uguali, siamo state troppo tempo da sole, il vino non era buono. Sei incinta? Nadia Terranova, scrittrice

Davide Orecchio

Davide Orecchio

Sradicano i miei cespugli. Tagliano le mie canne. Piantano le tende. Alzano i soprattetti sui tiranti e sorridono in posa. Dormirono. Ripartirono. Il più giovane, così fiero e distratto, morì su una mina. Su quello che, curvato ad arco, portava e spazzava, cadde una bomba. L’ufficiale in cravatta fu prigioniero, finì torturato. Solo uno sopravvive. Io. Il bosco. Davide Orecchio, giornalista e scrittore

Carlo De Ruggieri

Carlo De Ruggieri

- Mo’ s’è fissato che deve fare le foto…non le sai fare! Si vede la…vabbè poi la faccio io - E' come a quel fotografo francese - Chi? - Quello che è stato pure qua…mo’ non mi ricordo… - Meh…Sorridete! - Ma si vede la casa?!..vabbù…dopo la faccio io… …Vi piace il mio orologio? - Quann’ si scem’ a Mamma… Carlo De Ruggieri, attore

Melissa Panarello

Melissa Panarello

La neve si era sciolta. Ho pensato: se mi segue sarà la mia gatta. Lei lo ha fatto, chilometri al mio fianco. Quando ho aperto la porta è entrata come un ospite atteso. Le ho detto: lì c’è il camino, vai a scaldarti. Un po’ di latte, una fetta di ciambella. Abbiamo fatto così conoscenza e siamo cresciute insieme. È lei la mia amica più cara, custode di tutti i miei segreti. Melissa Panarello, scrittrice e astrologa

Marco Rizzo

Marco Rizzo

LA AMO! La amo tantissimo! Passerei tutta la vita a giocare con lei, a dormire con lei sul lettone, ad accudirla, a proteggerla. Vorrei poter avere delle mani per poter scrivere quanto la amo, per bloccare i nostri momenti con quella scatola magica. Vorrei avere delle mani per poterla accarezzare sul viso, e una voce per dirle “Sì, sono la tua migliore amica, sei la mia migliore amica”. Marco Rizzo Giornalista, fumettista, scrittore

Francesco Faraci

Francesco Faraci

Siamo bambini, ma non stupidi. Guardateci bene in faccia, i nostri occhi hanno voglia di crescere e conoscere. Non pensate neanche per un attimo che non siamo in grado di capire. Chiusi dentro i nostri piccoli involucri abbiamo già conosciuto la crudeltà, l'abominio, il dolore più grande. -Papà, è questo il mondo che ci mettete in mano? Guarda questa bambola, guardala papà, guardala anche tu mamma. Lo sapete, è cucita di sogni. Proprio come noi. Francesco Faraci, fotografo

Antonella Lattanzi

Antonella Lattanzi

Le seguo da lontano, da settimane. Sono l'uomo dal cappello con la visiera, le mani in tasca, lo sguardo basso, per non farmi vedere. Non si sono accorte di me. Chissà cosa stanno dicendo, parlano sempre fitte quando camminano, escono di casa bardate a festa, fanno un giretto, tornano. Io non trovo ancora il coraggio di dire a lei, la donna col cappotto chiaro, che sono tornato. Antonella Lattanzi, scrittrice

Marta L'Abbate

Marta L'Abbate

Agata, non eri portata per gli sport. Eri tanto colta, ma non eri certo portata per gli sport. “Quando la neve si scioglie, dove va il bianco?” mi chiedevi sempre quando andavamo sugli sci. Io non sapevo nulla di libri e scrittori. Io sapevo solo sciare. Oggi, da questo letto, io non riconosco più nessuno. Ma quando mi chiedono: “Guido, chi era Agata?” Io rispondo: “Era mia moglie” Marta L’Abbate, Prix Italia, Rai

Cinzia Bomoll

Cinzia Bomoll

Amica, indossi sempre quei guantini di pizzo perché ti sono volate via due falangi sotto la pressa in fabbrica. Distratta pensavi a lui divorata dalla gelosia: l’avevi intravisto con una mora la sera prima. Ora covi la tua inutile vendetta: - Fammi una foto che gliela spedisco. Falla facendomi sembrare felice, così pensa che se non lo voglio più è perché magari ho un altro. Cinzia Bomoll, scrittrice e regista

Celestina Pistillo

Celestina Pistillo

“Hey, non ti vergognerai mica? Sorridimi!”. Qui era la prima volta sulla neve, la prima volta con te, e chi se la scorda! Su quel pugno di ghiaccio mi sentivo come ci si sente sul punto più alto del mondo, ad un passo dalla felicità. E mentre tu cercavi la posa migliore io pensavo: “Sbrigati a scattare che ho voglia di darti un bacio”. Celestina Pistillo, autrice

Valeria Gentile

Valeria Gentile

Di spontaneo c'è ben poco. Sussurri e balzi e poi lievi rossori dagli occhi. Ci sono salti loquaci e altre omissioni, grate dove nessun rampicante ha mai rampicato. Ci sono strappi caldi su giornate corte e bianche da mangiare parole e fiori recisi in grembo e sorrisi smessi prima di venir sorrisi. Ci sono squarci che pacatamente s'aprono in giorni qualunque, in mezzo al sole per allungarsi a bere sulle ombre e non tornare più in nessuna posizione. Valeria Gentile, scrittrice

Arianna Dell'Arti

Arianna Dell'Arti

Sì Giacomino, i due sposini si baciano con la lingua. Adesso ti fa schifo ma vedrai che tra qualche anno non potrai farne a meno. Arianna Dell'Arti, au-ttrice

Giovanni Truppi

Giovanni Truppi

Mamma mi tiene, io voglio volare al mio futuro a strisce. Papà vorrebbe essere me ma è un papà ma lo sa e lo è. Il nostro sguardo è incastrato e inscindibile per sempre, attraversa i tempi. Il presente è un’ombra lunga nera che non fa paura. Ora come ora siamo tutti spensierati: è solo una generale. Giovanni Truppi, cantautore

Florinda Fiamma

Florinda Fiamma

Ho scelto con cura quell'abito coi fiori per il nostro primo viaggio insieme: finalmente soli e felici. Vedi? Abbiamo lo sguardo fiero, soddisfatto. E ricordo ancora che ti guardavo divertita, perché avevi voluto a ogni costo portare tu la mia borsetta. Tu, sempre galante e anticonvenzionale. È lì che ho avuto la certezza del nostro amore. Florinda Fiamma, giornalista culturale

Elisa Chillura

Elisa Chillura

Che ti porto da Pamplona? Un mappamondo, dico. E quella torna con una palla basca. S’è rincretinita, ma tanto ora la spacco. Che ti porto dal Giappone? Un razzo, dico. E quella mi porta un ombrelletto “in carta di riso”. S’è rincretinita, ma tanto ora lo strappo. Sette Paesi in un mese. E quello che continua a scriverle che la porterà “in capo al mondo”. Ma tanto ora l’ammazzo. Elisa Chillura, giornalista

Claudia Ferri

Claudia Ferri

Mio papà crebbe vestendo con gli abiti di sua cugina Matilde, in tempo di guerra si era obbligati a risparmiare. Ancora oggi mi racconta il suo imbarazzo nell'indossare cappottini avvitati per andare a scuola. Claudia Ferri, fotografa

Bianca Pitzorno

Bianca Pitzorno

Quando papà ha scoperto queste foto, gli è quasi venuto un infarto. Era sicuro che nessuno conoscesse il suo segreto, sapesse del suo antico adulterio, di quella figlia bastarda che nascondeva con tanta cura. Come sospettare che noi avessimo scoperto l’esistenza di Elisa, ne fossimo diventate amiche e che ogni anno ci godessimo una vacanza insieme, sorelle clandestine? Bianca Pitzorno, scrittrice e saggista

Vins Gallico

Vins Gallico

"Il mio è solo un trucco, una finta, una maschera di disappunto come se avessi fatto cacca o fossi affamata. La realtà è che biasimo voi, voglio diventare una donna diversa, con le gambe nude come ora, e risate rumorose e trucchi leggiadri, senza le vostre pellicce, senza inibizioni. La mia vita sarà lì, meravigliosa oltre ogni rete. Libera. E sarà bellissima". Vins Gallico, scrittore

Corrado Fortuna

Corrado Fortuna

"Ida si vestiva sempre come un maschio. E anche quando mamma le fece quel vestitino bianco, poi finiva che lo allordava sempre. Dopo questa foto, che lei non voleva fare, per premio ci comprarono il gelato: fine del vestitino bianco. Era più piccola di me, è morta da trent'anni, mi manca assai". Corrado Fortuna, attore e autore

Ivan Talarico

Ivan Talarico

Zia Lia e zia Pia adoravano gli abiti e si fecero monache. Teo morì per non andare in guerra ed Eva amò la sua divisa vuota. Mena aveva negli occhi l'ottimismo. Li chiuse e l’ottimismo svanì dal mondo. Nonno era cinese. Ma si confuse e morì a Tokio. Mino guardava indietro e diventò nostalgico di professione. Mia restò una bambola per gioco. E io il cappellino non lo voglio no! Ivan Talarico, autore, attore, poeta, cantautore

Giorgio Zanchini

Giorgio Zanchini

Il varo di una corvetta nel nuovo porto di Bari. Gerarchi, politici, dirigenti, ingegneri, lavoratori, qualcuno si è portato un figlio. Quando la nave verrà calata in acqua tutti si alzeranno in piedi ad applaudire. Tre uomini preferiscono guardare il fotografo che armeggia che contemplare il lento procedere del varo. Giorgio Zanchini, giornalista e conduttore radiofonico

Daria Corrias

Daria Corrias

Cinquant'anni in un cassetto è stata questa foto. Mezzo secolo e ancora odora di mamma. Mamma che la guardava ogni giorno perché quel tuo sorriso l'aiutava a convincersi che forse non aveva fatto male a darti al parroco. In quell'anno disgraziato che si portò via anche babbo. Daria Corrias, radio producer

Massimiliano Capo

Massimiliano Capo

Dai, sorridi. Un po’ più a sinistra. Fermi. Facciamone un’altra. No, dai. Su, ancora una e andiamo. Perché, a pensarci, arriva un momento nella vita che capisci che non vuoi più che la tua vita sia solo tua. E capisci che l’amore è questa cosa qui: sentire che la tua vita non è più solo tua. E’ questo che poi ci manca: la sensazione incredibile di non essere più soli al mondo. Massimiliano Capo, esistenzialista digitale

Matteo B Bianchi

Matteo B Bianchi

Ogni volta che Giacinta Invernizzi veniva a trovarci in convento eravamo tutte emozionate. Non mancava mai di visitare sua sorella Elena quando era in zona. Qui era la sera dopo il concerto a Civitavecchia. Si era fermata un’ora, il tempo di un the e una foto. Dopo non riuscimmo a trattenere i commenti: “L’ho trovata ingrassata”, “La voce non è più quella di una volta”, “Pare che anche col secondo marito sia in crisi”. Abbiamo pregato per lei quella sera. Matteo B Bianchi, scrittore autore tv

Massimiliano Coccia

Massimiliano Coccia

“Te la ricordi questa Lù? Quando prendevamo la circolare rossa la domenica e mangiavamo vicino ar Colosseo? Te ricordi che c’avevo solo un vestito bono? E ridevamo, quanto ridevamo. Ridevamo tanto la domenica, pure se era nuvoloso”. Massimiliano Coccia, giornalista e autore

Ester Armanino

Ester Armanino

In questa foto a Place de la Concorde la vediamo con la collana che indossa sempre: a teatro, all’ospedale, in montagna, scegliendo la frutta al mercato, vestita elegante ai matrimoni, facendo i lavori domestici con le ciabatte. Quando va a dormire, la sistema con cura sul comodino; appena sveglia, se la rimette. Se le chiedeste il motivo di quest’abitudine, risponderebbe che le perle devono stare a contatto con la pelle, vicino al cuore di qualcuno, e prendere luce. Ester Armanino, scrittrice

Francesca e Francesco

Francesca e Francesco

Ho pensato che avrebbe guardato quella foto e avrebbe ricordato solo me. Gli ho fatto posto. Francesca Mancini, operatrice culturale e Francesco Pacifico, scrittore

Elisabetta Careri

Elisabetta Careri

- Eccolo qui di nuovo. Sempre all'improvviso. Sono uscita come stavo a casa, e tu col maglione bucato. - Sorridi che sei bella lo stesso. È simpatico, e poi te l'ha spiegato che fa le foto della realtà. - Bella figura ci faccio. Tutto sporco di lavoro e con le bestie in mezzo alla strada. Ma poi, a chi vuoi che interessi? Le facce nostre in fondo a un cassetto. Dimenticate. Elisabetta Careri, insegnante

Carolina Cutolo

Carolina Cutolo

- Sciò! Sciò! Vattene via!! - Preferirei di no. - Vattene ho detto! Non farmelo ripetere ancora!! - Perdonatemi, vorrei tanto continuare a seguirvi, se permettete, e a fotografarvi, siete così bella. - Ma cosa dite? Non parlo con voi, è questa bestia che mi segue da stamattina. - Vi segue perché vi vuol bene, Adelina mia, è il nostro cane, su, torniamo verso casa adesso, che è quasi il crepuscolo. Carolina Cutolo, scrittrice

Alessandro Mazzarelli

Alessandro Mazzarelli

Non è vero che non volevo venire, che accampavo scuse, come la racconti tu, e poi era la vostra di gita, io che ci venivo a fare? Quando mi chiedo dove tutto è cominciato, penso a quel giorno a Fiuggi, a te che mi sorridevi mentre mi accendevi le sigarette, e a questa foto, scattata prima che iniziasse a piovere. Alessandro Mazzarelli, giornalista

Lalla Careddu

Lalla Careddu

"La libertà del tuo laccio d'amore" Lalla Careddu, consigliere comunale Sassari

Giuditta Sin

Giuditta Sin

Sarò bella e libera! Non importa se dovrò lasciare questa spiaggia, questo mare a cui tanto assomiglio. Sarò bella! Ma non solo per te che scatti questa foto credendomi tua per sempre. Sarò di molti, di tutti. Bella e libera Giuditta Sin, burlesque performer

Paola Soriga

Paola Soriga

Proviamo a non pensarci per adesso, il pomeriggio è freddo ma chiama a passaggiare: scendiamo fino al mare. La tua pelliccia nuova accanto al mio cappotto liso. Proviamo a non pensarci per adesso, le tue mani curate e i calli delle mie. Guardiamo la gente camminare su Les Rambles, il cielo dell'inverno e Barcellona che dondola speranze. Paola Soriga, scrittrice

Giuseppe Rizzo

Giuseppe Rizzo

La bella stagione. Questa cosa che a Roma faceva freddo non gliel'aveva detto nessuno, perciò recitavano rosari alle mogli. Ninetta quando vieni a scaldarmi un pochettino?, scriveva uno. Che tempo c'è a Canicattì?, chiedeva l'altro. Le risposte si somigliavano: Per ora godetevi i cappotti che vi abbiamo mandato. Stop. Con la bella stagione si vedrà. Stop. Ps A Canicattì le solite cose, c'è il sole. Stop. Giuseppe Rizzo, giornalista e scrittore

Errico Buonanno

Errico Buonanno

Entrò nella stanza e vide il triciclo. Gioia pazza: un regalo! Poi subito il flash e la voce del padre: “Su, andiamo”. “E il triciclo?” “Non è mica tuo! Serve al fotografo per fare le foto!” Senza nemmeno ricordare il perché, fino alla morte, nonno Pio avrebbe provato un senso di stizza davanti alla foto che lo ritraeva bambino, accanto a un triciclo che non ricordava di avere avuto. Errico Buonanno, autore radiotelevisivo

Claudio Morici

Claudio Morici

Io non capisco perché, pe' fatte 'a foto carina ar parchetto, hai dovuto usa' proprio me, che non so' manco tu fìo. E 'sto cappelletto? Non me sembra de vede' altri co' 'sto cappelletto, sicura che non sembramo du' scemi? In ogni caso il bacetto no, non te 'o do. Bacetto so' 4 lire. Claudio Morici, scrittore

Anna Bisogno

Anna Bisogno

La curiosità dei bambini ha aiutato lo sguardo degli adulti, la loro meraviglia ha sospinto la scoperta e l'innovazione. I bambini sono la vera avanguardia. Anna Bisogno, Università di Roma Tre

Azzurra D'Agostino

Azzurra D'Agostino

Alda il giorno in cui Mino ritornò dall’America, ritratta sul cavallo che lo aveva riportato a casa. Ma la sorpresa più grande la ebbe lui, quando vide la gamba. Anche se non erano stati fortunati, quel giorno furono felici. Azzurra D'Agostino, poetessa

Susanna e Patrizio

Susanna e Patrizio

Ha cambiato forma tante volte, quel viaggio insieme a te, nella memoria. Non ricordo più dov'era il dondolo nel giardino della vecchia casa né le facce dei pescatori che ci accolsero. Ma, nonostante non mi restino che quattro fotografie in bianco e nero, vedo ancora distintamente ogni colore. Susanna Marietti e Patrizio Gonnella. Associazione Antigone

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